Cavalleria Rusticana
libretto di G. Targioni-Tozzetti e G. Menasci | musica di Pietro Mascagni | personaggi Santuzza, Lola, Mamma Lucia, Turiddu, Alfio, Cola | direzione musicale Andrea Gottfried | messa in spazio Fabio Midolo | scenografia | Nicola Console | costumi Elena Romagnoli | foto Alessandro Farigu
La Cirasa, passione rusticana! È nelle colline bruciate dal sole della terra del vulcano che ardono le passioni, gli amori, gli sdegni gli abbandoni e le conquiste, amore di carne e sangue che nel sangue si consuma, rosso come la cirasa… Santuzza soffre per un amore travagliato, l’amore per il suo Turiddu. Il giovane parte soldato, ma al suo ritorno si raccende la passione per Lola, la donna che Turiddu ha sempre desiderato, ormai sposata con Alfio. Lola non rifiuta l’amore per Turiddu e i due si incontrano di nascosto. Santuzza sa di quei furtivi incontri e vuole Turiddu tutto per sé, egli nega ed è qui che Santuzza grida il suo amore dapprima a mamma Lucia, madre di Turiddu poi ad Alfio che offeso lo sfida a duello…gli eventi precipitano, i due uomini si sfidano secondo leggi non scritte di un codice d’onore…Turiddu soccombe lasciando Santuzza sola nel suo dolore. Tutta la vicenda è narrata da Cola, anima pura del paese, la voce dell’innocenza che con “amurusanza” guida lo spettatore invitandolo all’attenzione nei confronti di un racconto di vita dei campi in cui le passioni umane non sono soltanto lo sfondo delle fatiche quotidiane, ma vera essenza che scandiscono un’esistenza semplice fatta di piccoli gesti e definitive risoluzioni.